LiteraturCLUB: Riccardo Tontaro presenta e legge le sue poesie

Cari soci, per giovedi 5 luglio con inizio alle ore 19.30 al ost west country club vi presentiamo la seconda serata di letteratura estiva. Per la prima volta sul nostro palco Riccardo Tontaro  leggera‘ qualche raccontello di fantasia intercalando un paio di poesie. Per presentarsi l’autore ci ha mandato un bel testo, che trovate in allegato.

Mi chiamo Riccardo Tontaro, sono nato a Cermes (BZ) nel 1964, ma ho vissuto solo fino al 1983 in Alto Adige. Per studiare all’università ho lasciato la mia amata terra d’origine (anche se in realtà trattasi di meticcio, un incrocio südtirolpartenope, un prototipo sperimentale) e continuo, ancora oggi, per motivi di lavoro, a guardarla piuttosto da lontano. Ogni tanto, però, ci torno. E di questo sono molto contento. Scrivo per divertimento, essenzialmente per assaporare un nonsoché di libertà, facendolo. Le parole sono tante, così tante, che è davvero meraviglioso trovare, quando riesco a farlo, quelle più giuste per descrivere ciò che immagino. Loro, le parole, giocano a nascondino. E così, per gioco, alcune volte si fanno trovare, che sembra quasi lo facciano apposta. Già autore di una Commedia, “atto più unico che raro”, Recital (e qual) – L’amore ha i contorni fumati (2017) e di tre raccolte di poesie, Poesiandovai (2014), Il profumo delle stelle spente (2015) e Amar’è e Cielò (2018). Il mio vero sogno, che è diventato realtà. Con ciò, è dimostrato che sognare non solo non è vietato, ma non fa neppure male, checché se ne dica.

Lo scrivere, fin da giovincello, quando scrivevo lettere e poesie a profusione a chi mi faceva arrossire da quanto forte mi batteva il cuore, ancora oggi mi ricorda di osare, di proteggere scelte consapevoli, di narrare con coraggio le mie idee. Cerco le parole, le metto insieme, alcune volte le storpio appositamente, creandone delle nuove, con l’illusione di poter ricreare il mondo, come vorrei che fosse. Se questa o quella visione sia migliore o peggiore della realtà contingente non mi interessa più di tanto: quando scrivo, per divertimento, sogno, altrimenti farei il reporter, che è un’altra cosa. Purtuttavia, anche se viviamo nell’epoca del verso libero, alcune volte mi incaglio volentieri tra le rime, tipo un architetto intento a disegnare una casa non sbilenca, leggo e rileggo i classici, una sorta di matesi, voglia e desiderio di apprendere, di imparare. Mi viene in mente la poesia Le Rime di Eugenio Montale, scusate. Cerco di ricordarmi di vivere, prima di scrivere, e non il contrario. Quando non provo nulla taccio, non mi sforzo ad indossare i panni di qualcun altro, vivo e basta, che non è poco, che si fa fatica, talvolta. Così facendo, rischio di non sapere di plastica. Cerco di ricordarmi sempre di leggere il tempo in cui vivo, anche se terribilmente attratto dall’indole e dall’animo umano, questioni senza tempo. Quindi talvolta un paio di righe le scrivo, pensando alla politica o al DNA, agli algoritmi o al big data. Semplice, ma al contempo inspiegabile.

LiteraturCLUB: Riccardo Tontaro presenta e legge le sue poesie – giovedi, 5 luglio, 19.30.